Il suono del telefono che squilla sveglia Thomas Jones alle tre di notte. Forse per colpa dell’orario, forse per il jet-lag, impiega parecchio tempo per trovare gli occhiali e rispondere: almeno quindici squilli, quindi dev’essere importante.

-Pronto?

-Non aprire la porta – risponde una voce femminile.

-Ma chi parla?

-Avrai visto un qualche film dell’orrore nella tua vita, giusto? Questa è come la prima scena in cui si vede il serial killer. Qualunque cosa succeda, Thomas, non farlo entrare o rovinerai tutto.

-Chi diavolo sei? Come fai a sapere il mio nome?

-Sono Layla Miller. So molte cose.

La ragazza aggancia proprio mentre qualcuno bussa alla porta, e a Thomas quasi viene un infarto. E’ arrivato negli Stati Uniti da meno di due giorni, chi può cercarlo in questo hotel da quattro soldi? E chi bussa alla porta alle tre del mattino?

Thomas si fa coraggio, prendendo in mano una pantofola e trasmutandola in piombo. Ed anche se fosse un assassino? Non ha forse combattuto i troll insieme agli X-Men?

-So che sei lì dentro e che sei un mutante – dice la voce fuori dalla porta – Non voglio farti del male, sono anch’io un mutante: ho bisogno del tuo aiuto.

Senza riuscire a togliersi dalla testa la voce della ragazza, Thomas apre la porta.

Si trova davanti un uomo di colore che indossa una tuta da ginnastica bianca con cappuccio. Nascondendo la pantofola di piombo dietro le spalle, Thomas chiede:

-Come faccio ad essere sicuro che tu sia veramente un mutante? E poi cosa vuoi da me?

In risposta, l’uomo chiude gli occhi e la sua pelle diventa immediatamente metallica. Piombo, per la precisione.

Senza che venga detta un’altra parola, Thomas si ritrova sollevato per il collo dall’uomo di piombo; ne afferra un braccio per trasmutarlo in vetro, ma l’assalitore non si ferma.

Le mani di vetro stringono il collo di Thomas, che inizia a perdere i sensi. L’ultima cosa che riesce a fare è trasmutarlo in ossigeno, ottenendo però solo mezzo secondo di libertà: ben presto torna ad essere composto di piombo.

-Qualunque cosa tu stia provando a fare, con me non funziona – si vanta l’uomo vestito di bianco – E’ incredibile come ti fa sentire il potere, vero?

Se Thomas avesse più esperienza nel pensare rapidamente quando qualcuno sta cercando di ucciderlo, potrebbe inventarsi qualcosa. Trasmutare il pavimento in acqua, per esempio.

Ma Thomas Jones, o Alchemy come lo avevano chiamato gli altri mutanti, è solo un ragazzo qualunque con un potere che non ha mai provato a sviluppare. Finora ha sempre contato sul meraviglioso dono ricevuto dall’evoluzione...ma l’assassino sembra essere stato più fortunato.

Le mani di piombo lasciano il collo di Alchemy quando quest’ultimo è già un cadavere. Con calma assoluta, godendosi ogni momento, l’assassino recupera una siringa dalla tasca della giacca ed estrae qualche centilitro di sangue.

Mentre ripone il piccolo flaconcino in una tasca agganciata alla cintura, l’assassino ignora completamente il telefono che continua a squillare.

 

 

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# 1

Marvel IT Presenta…

“Tutti i mutanti sono stati creati uguali”

Fabio Furlanetto

 

testi

 

rossointoccabile 

 

supervisione

 

Carlo Monni  

 

supervisore capo

 

Mr. T 

 

Presidente

 

Con:

Jamie Madrox (Uomo Multiplo)

Noriko Ashida (Surge)

Guido Carosella (Forzuto)

Cessily Kincaid (Mercury)

Theresa Rourke Cassidy (Siryn)

Abigail Boylen (Cloud-9)

Jamie Madrox (Uomo Multiplo)

Sooraya Qadir (Dust)

Jamie Madrox (Uomo Multiplo)

Julian Keller (Satiro)

Jamie Madrox (Uomo Multiplo)

Santo Vaccarro (Rockslide)

Kevin Ford (Wither)

Amadeus Cho

 

Aeroporto Internazionale John F. Kennedy

Guido Carosella è abituato ad attirare l’attenzione. Molti newyorchesi hanno visto cose più strane di un energumeno di due metri e dieci dal torso sproporzionatamente massiccio rispetto al resto del corpo, certo, ma una serie di “hai visto quello?” sussurrati lo accompagna sempre.

-Vediamo se ho capito bene; hai deciso di andare in guerra?

Jamie Madrox scuote la testa. Il suo amico può essere più intelligente di quanto non voglia far sembrare, ma a volte sembra provare troppo gusto nell’interpretare la parte del bruto senza cervello ma dal cuore d’oro.

-Per la millesima volta, stiamo parlando di uno dei miei doppi. Ricordi quando ho deciso di mandare un po’ di copie in giro per il mondo, per fare esperienza e darmi la possibilità di fare più cose?

-Come no. Però non ricordavo ne avessi fatto arruolare uno.

-A dire la verità è un po’ più complesso di così...non ho mai incontrato questo doppio in particolare.

-Cioè non ti ricordi di essere andato in guerra? – insiste Guido grattandosi la testa; non ha mai capito come faccia il suo amico a trattare con una simile noncuranza i propri doppi.

-Non l’ho creato io, è la copia di una mia copia. Ho scoperto la sua esistenza solo quando mi ha mandato una lettera dall’Afghanistan...ah. Eccolo lì.

Un altro Jamie Madrox si avvicina, portando con sé due valigie. Potrebbe facilmente essere scambiato per il fratello maggiore dell’originale, in parte grazie alla barba e ad alcuni chili di muscoli in più. Di fianco a lui cammina una ragazza coperta da capo a piedi con un abaya che lascia scoperti solamente gli occhi.

I due Madrox si avvicinano, fissandosi per qualche secondo come per cercare tutte le piccole differenze.

-Non c’era bisogno di fare tutto il viaggio in classe turistica; potevo prendere in prestito il Blackbird – rompe il ghiaccio l’originale.

-Questa è la ragazza di cui ti avevo parlato – cambia argomento il doppio – Sooraya Qadir. Il governo afghano ha chiesto alla X Services di tenerla sotto sorveglianza...passerò un po’ di guai per averla spinta ad iscriversi alla Scuola Xavier, ma penso ne sia valsa la pena.

-“X Services”? Immagino che il nome “Darkwater” cominciasse a scottare un po’ troppo, dopo tutti quegli scandali – lo punzecchia il Madrox originale.

-Non sono in vena di parlare con te, Jamie. Sooraya, questi signori ti porteranno alla tua nuova scuola. Tua madre mi ha raccomandato di tenerla informata, quindi ricordati di scriverle spesso o mi farà passare dei guai.

-Grazie per avermi dato questa possibilità, signor Madrox. Spero di rivederla presto – ringrazia Sooraya, abbassando il capo.

La copia lancia un’occhiata all’originale, rendendo chiarissimo quanto gli sia costato caro incontrarlo di persona.

-Forse quando ti sarai diplomata. Cerca di non deludere nessuno dei due questa volta, Madrox.

-Te ne vai di già? – chiede Guido, ma il doppio si disperde tra la folla dell’aeroporto senza che l’originale faccia qualcosa per fermarlo.

 

La tensione tra i due Madrox è stata così palpabile da prevenire qualsiasi inizio di una nuova conversazione per qualche secondo. Poi Guido solleva le due valigie con una mano sola, facendo cenno a Sooraya di precederlo.

-Su, immagino non vedrai l’ora di conoscere gli altri studenti! L’anno scolastico è appena cominciato, quindi dovresti riuscire a metterti a pari piuttosto in fretta.

-Lei dev’essere il signor Carosella. Il signor Madrox mi ha parlato di lei...è molto più alto di quanto credessi.

-Chiamami “Forzuto”, non sono il tipo da formalismi. E scommetto che tu sei molto più carina senza quel velo...puoi anche togliertelo, sai. Siamo in America, nessuno ti obbliga a coprirti se non vuoi farlo.

-Allora spero non mi giudicherete se continuerò ad indossarlo – taglia corto la ragazza. A giudicare dal tono della voce non si è offesa, ma Guido capisce subito di aver trattato l’argomento con tutta la delicatezza suggerita dalla sua stazza.

-Uh...no, certo che no. Jamie, allora, vieni anche tu o vuoi ripartire insieme al tuo doppio?

Madrox è infatti rimasto indietro, riflettendo sull’atteggiamento della propria copia. Quando si decide ad uscire, fa in tempo a fare un passo prima di sbattere contro una ragazzina appena entrata di corsa. L’impatto non è molto forte, ma è più che sufficiente a generare un doppio di Madrox che appare al suo fianco.

-Tutto bene, ragazzina? – chiede l’originale.

-Sì, non mi sono fatta niente. Scusa – risponde lei, rialzandosi e fissando negli occhi Madrox. E’ solo per un secondo, ma lui è sicurissimo di averla già vista da qualche parte.

La ragazza dai capelli biondi non dice nient’altro, scomparendo in mezzo alla folla. I due Madrox scuotono la testa e si incamminano verso l’uscita, senza notare che dalla tasca della giacca manca qualcosa di importante: un biglietto da visita della X Services.

-Interessante – commenta Layla Miller, nascondendo il biglietto ed osservando i quattro mutanti uscire dall’aeroporto.

 

Xavier Institute for Higher Learning

Contea di Westchester, New York

Un’altra copia di James Madrox osserva il quadro comandi della Stanza del Pericolo, per niente concentrato su ciò che avviene al suo interno. E’ la stessa routine da due settimane...le lezioni, le sessioni nella Stanza del Pericolo, le montagne di documenti e scartoffie, compiti da preparare...

Gli X-Men sono a Genosha per cambiare per sempre le relazioni umani-mutanti, o qualcosa del genere, e lui deve passare il tempo così. Ex super-eroe per conto del governo durante il programma X-Factor, ora insegnante nella Scuola Xavier. Il luogo dove la vita lo riporta sempre, per quanto cerchi di allontanarsene.

-Ma mi stai ascoltando o no? – alza la voce l’altra insegnante presente, Theresa Rourke Cassidy alias Siryn.

-Scusa, ero sovrappensiero. Dicevi?

-Mi stavo chiedendo a cosa serve tutto questo – replica Theresa indicando la Stanza del Pericolo.

I sette alunni della Classe Beta si stanno allenando in sette diverse aree, affrontando dei test pensati specificamente per il proprio potere.

Noriko Ashida alias Surge sta affinando la propria mira, rilasciando una rapida serie di scariche elettriche per colpire dei dischi metallici che le fluttuano attorno. Questa è la prima volta in cui Madrox riesce a farla esercitare insieme agli altri, grazie ai pesanti guanti metallici indossati dalla ragazza dai capelli blu. Solo con i guanti riesce ad evitare di assorbire automaticamente tutta l’energia elettrica necessaria a mantenere in funzione la Stanza.

Santo Vaccarro alias Rockslide sta sollevando un blocco di cemento da venticinque tonnellate, mentre la piattaforma su cui si trova si muove in continuazione cercando di farlo cadere.

Cessily Kincaid alias Mercury sta modellando il proprio corpo di mercurio per passare attraverso un labirinto in continuo mutamento cercando di non essere fatta a fette dalle paratie che si chiudono improvvisamente.

Julian Keller alias Satiro deve fluttuare telecineticamente a mezz’aria, proteggendosi dal bombardamento quasi continuo di piccole sfere metalliche spostandole col pensiero per formare una sorta di scudo.

Kevin Ford alias Wither sta attraversando un complesso percorso ad ostacoli, cercando di toccare le proiezioni olografiche prima che lo colpiscano. Il suo è il potere più difficile da testare in condizioni controllate: al contatto con la sua pelle, qualsiasi sostanza organica si avvizzisce e diventa polvere in pochi istanti.

Amadeus Cho alias Mastermind Excello... Madrox sospira sempre quando pensa al nome in codice scelto dal ragazzo... sta usando la propria super-intelligenza per riprogrammare il sistema operativo di una Sentinella vecchio modello.

Abigail Boylen alias Cloud-9 sta volando a cavallo della propria nuvola, al di sopra di tutti gli altri compagni di classe, mentre un piccolo sciame di barre di metallo pilotate magneticamente la insegue.

-Si stanno allenando. E piuttosto bene, direi – nota Madrox. Temeva di essere stato troppo severo nel programmare una simulazione così complessa così presto nell’anno scolastico, ma sembra che tutti se la stiano cavando bene.

-Sì, ma a fare cosa? A combattere, forse a diventare X-Men. Non sono più sicura che sia il modo migliore di educare la prossima generazione mutante.

-Non ricominciamo con questa discussione, Theresa, non posso mandarli fuori a risolvere i problemi del mondo o quello che hai in testa tu, non finché non saranno capaci di controllare il proprio...non ci posso credere.

-Che c’è?

Theresa conosce Jamie da molto tempo, e lo ha già visto preoccupato a morte o fiero del proprio lavoro. Questa è la prima volta in cui le due cose coincidono, mentre i suoi occhi passano continuamente dagli schermi della Stanza del Pericolo agli studenti.

-Amadeus. Sta modificando il programma della Stanza.

-Cosa!? Com’è possibile? La testa della Sentinella è solo un costrutto olografico, non è collegata al resto del sistema.

-Credo...credo che l’abbia collegata lui. Ma non chiedermi come, né perché.

-Sono io, o Cloud-9 sta accelerando? – chiede Theresa.

In realtà sono le barre di metallo ad aver rallentato. La ragazza fa in tempo ad invertire la propria traiettoria, generare due nuove nuvole dalle mani, ed usarle per intrappolare le barre in un’unica grossa massa densa e fumosa.

-Sì! Ce l’ho fatta! – esulta la ragazza, scagliando la nuvola contro una delle pareti della Stanza del Pericolo ed incastrando le barre nei delicati circuiti nascosti dietro il rivestimento esterno.

 

L’energia dei generatori olografici passa attraverso una delle barre, dirigendosi rapidamente verso Surge che si trova proprio al di sotto.

Seguendo la linea di minor resistenza, l’elettricità viene attirata dal corpo della mutante. I guanti dovrebbero impedire l’assorbimento, ma l’energia è troppa: come se si fosse appena chiuso un circuito, Surge inizia ad assorbire rapidamente tutta l’elettricità della Stanza del Pericolo.

Da un secondo all’altro è il caos. Noriko si lascia prendere dal panico, non potendo più controllare come si deve l’enorme quantità di energia che ora le sta danzando attorno.

Una scarica colpisce il corpo di Mercury, facendole perdere il controllo della propria forma: quella che prima era una ragazza dalla pelle argentea diventa una massa incontrollabile di lame e punte acuminate, percorsa da una corrente elettrica costante.

Rockslide lascia cadere a terra il peso che stava sollevando, e non curandosi dei fulmini che lo colpiscono cerca di avvicinarsi a Surge.

-Hey, Noriko! Ricordami di non farti avvicinare al mio stereo!

-Levati dai piedi! Ho tutto sotto controllo! – lo avverte Noriko, rilasciando involontariamente una scarica elettrica abbastanza potente da creare un grosso buco nel petto del gigante di pietra.

-Rockslide! Satiro! Dovete distruggere i condotti principali; ho dedotto dove si trovano, quindi se seguite i miei ordini... – inizia a comandare Amadeus.

-Chi è che ti ha messo a capo del gruppo, testa d’uovo? Finché sono a mezz’aria i fulmini non possono colpirmi, col cavolo che scendo da qui! – commenta Satiro, restandosene a braccia incrociate.

-Uhm, ragazzi? Un po’ di aiuto, qui? – alza la voce Wither: si trova proprio di fianco alla posizione di uno dei generatori, che sta scaricando tutta la propria energia verso Surge. Dall’altra parte, una massa informe di punte acuminate che prima era il corpo impazzito di Mercury rischia di decapitarlo.

Wither non prova neanche ad allontanarsi, allargando anzi le braccia come se volesse farsi colpire più facilmente.

Deve però chiudere gli occhi. Improvvisamente, attorno a lui si è scatenata una tempesta di sabbia.

 

E’ difficile vederlo, ma la sabbia sta roteando ad una velocità tale da erodere rapidissimamente anche il metallo. Deve farlo per pochi secondi, però, prima che tutte le luci si spengano. Qualche secondo dopo, Madrox entra nella Stanza del Pericolo accendendo le luci di emergenza.

-State tutti bene?

La tempesta prende la forma di Sooraya Qadir, che durante il tragitto ha scelto il nome in codice di Dust. I suoi occhi sono l’unica parte del suo corpo a non essere  nascosta dagli abiti, e stanno osservando una scena di distruzione.

Surge ha mandato in cortocircuito la Stanza del Pericolo e distrutto i propri guanti di controllo. Cloud-9 è ancora sulla sua nuvola, tremante. Mercury si è ferita ad un braccio, ora visibilmente scheggiato. Rockslide ha un grosso buco nel petto, anche se la cosa non gli impedisce di mettersi a ridere.

-Wither, gran bell’urlo da femminuccia! Farsi salvare da Miss Maometto, che figura...

-Sapevo che dovevo farmi spostare nella classe Alpha, come si fa a lavorare con dei principianti così!? – si lamenta Satiro.

Nella stanza di controllo, Jamie Madrox si colpisce la fronte con il palmo della mano con abbastanza forza da generare un doppio.  Siryn apre bocca, ma viene interrotta prima di dire qualunque cosa.

-Non una parola, Theresa. Non...una...parola – scandisce chiaramente Madrox, che al momento sente un fortissimo desiderio di incenerire qualcosa o qualcuno.

Proprio ora Forzuto abbatte con una spallata la porta della sala di controllo, agitando una mano per allontanare il fumo causato dalla fulminazione di parecchi terminali.

-Wow, che casino! Non vorrei essere quello che dovrà spiegarlo al... – si ferma, notando lo sguardo omicida di Madrox.

-Facciamo una pausa? – suggerisce Syrin.

 

Central Park

James Madrox siede su una delle panchine, assicurandosi che non ci sia nessuno nei paraggi. Poi compone un numero sul cellulare, ed inizia a parlare a bassa voce.

-Madrox. Ho le informazioni del nostro infiltrato nella Scuola Xavier, resto in attesa di istruzioni.

-Sai, questa roba da agente segreto fa molto anni cinquanta. Mai sentito parlare dell’e-mail?

Madrox scatta in piedi, portando una mano alla pistola nascosta sotto la giacca...e fermandosi quando vede che a sorprenderlo è stata una ragazzina.

-Fila via, piccola. Non sai con chi hai a che fare.

-Oh, invece so molte cose. Mi chiamo Layla Miller, e penso di poterti aiutare.

 

Xavier Institute for Higher Learning

Abigail Boylen si asciuga le lacrime, tira su con il naso e si chiede come farà a sistemare questo disastro. La Stanza del Pericolo deve costare un mucchio di soldi, gli X-Men chiederanno ai suoi genitori di risarcirli? E se qualcuno dei feriti volesse farle causa? I suoi genitori non hanno battuto ciglio alla rivelazione di avere una figlia mutante, ma gli verrebbe un colpo se dovessero sborsare altri soldi.

-Come cavolo fai a respirare a questa quota? – chiede Satiro, avvolto da una bolla telecinetica.

Abigail quasi cade dalla propria nuvola per la sorpresa, arrossendo per essersi quasi fatta trovare in lacrime. Si trova a cinque chilometri di altezza, ma probabilmente si sarebbe sentita al settimo cielo se Julian le avesse rivolto la parola in qualsiasi altro luogo.

-Non...non lo so, penso...penso sia parte del mio potere...

-Hm. Miss Cassidy vuole che torni giù, ed ha mandato me a prenderti. Credo che il suo potere non le permetta di arrivare così in alto.

-E’ arrabbiata con me?

-Non credo, ma ti conviene restare alla larga da mister Madrox. Hai combinato un bel casino, lo sai? Sei una vera frana nelle esercitazioni.

Abigail sembra piuttosto abbattuta dall’osservazione, e Julian si accorge di aver esagerato. Se lei se ne andasse dalla scuola lui si ritroverebbe nella classe meno numerosa: sarebbe più facile farsi notare, vero, ma dovrebbe anche prendersi più responsabilità. Ma d’altronde, Cloud-9 davvero non è portata per fare la super-eroina.

-A dire la verità, anche gli altri hanno fatto piuttosto schifo. Noriko ha fatto esplodere tutto, Santo è stato fermo a guardare come un cretino, e Kevin è stato anche più inutile del solito. Quindi tutto sommato non sei stata più scarsa degli altri.

-Grazie...credo. Hai un modo un po’...strano per fare complimenti.

-E chi ti stava facendo un complimento? – conclude Satiro, prima di scendere rapidamente verso terra. Cloud-9 lo segue dopo essersi asciugata le lacrime ed aver realizzato di essersi presa una cotta per il ragazzo sbagliato.

 

All’interno della Stanza del Pericolo, Jamie Madrox si avvicina ad un gruppo di tre studenti che cercando di valutare i danni. Surge ha indossato i guanti di controllo di scorta, molto più ingombranti e meno pratici degli altri; sta indicando ad Amadeus il percorso seguito dalla corrente durante l’incidente.

-Sì, più o meno come pensavo. Prodigy, riesci ad assorbire le mie conoscenze tecniche?

-Ci sto mettendo un po’ ad assimilare il tutto, ma sì – concede lo studente della Classe Alpha – Finché sei a pochi metri di distanza da me, posso starti dietro.

I tre studenti smettono di parlare all’arrivo di Jamie Madrox, che non sembra particolarmente contento di come si sia concluso l’allenamento.

-Allora, quanto dovreste metterci per riparare tutto?

-Con l’aiuto di Prodigy e con gli strumenti adatti a disposizione, sarà tutto a posto entro domani sera – risponde Amadeus – E’ davvero sicuro di non voler discutere le migliorie che mi sono venute in mente, signor Madrox? Ridurremmo il consumo di energia almeno del...

-Signore, vorrei chiederle scusa per quello che è successo – interviene Surge – Non avrei dovuto insistere per partecipare all’allenamento insieme agli altri. La colpa è solo mia, dovrò lavorare molto più duramente sul controllo dei miei poteri. La prego di non punire nessuno degli altri studenti per le mie mancanze.

-Non c’è bisogno di scusarsi, Noriko, siete qui per imparare.

-Ho avuto qualche idea su come migliorare il sistema di protezione dei guanti – aggiunge Amadeus.

-Direi che per oggi ne abbiamo avuto abbastanza delle tue idee, Amadeus; e dovremo riparlare di cosa ti è venuto in testa per giocherellare con i controlli della Stanza del Pericolo, ma ne riparleremo quando avrete finito di mettere tutto a posto.

Madrox si allontana, e Surge si avvicina ad Amadeus con un tono di voce molto diverso da quello usato con gli altri compagni di squadra.

-Pensi davvero di poter migliorare i guanti?

-Certo. Perché no? Sono la settima persona più intelligente del mondo – si vanta Amadeus.

-Chiamami quando hai finito di lavorare – si congeda Surge, allontanandosi con passo stranamente allegro per chi ha quasi fatto saltare la rete elettrica della propria scuola.

-E’ cotta – sospira Amadeus.

-Farai meglio a poter fare davvero quello che hai detto, o sarà lei a friggere te – lo avverte Prodigy.

-David, David, David...dovresti sapere che sono abbastanza intelligente da ottenere tutto quello che voglio, no?

Prodigy osserva con attenzione il giovane genio: finché gli è abbastanza vicino, può assorbirne tutte le conoscenze. Ed una conoscenza in particolare lo fa quasi restare senza fiato.

 

Sooraya si avvicina a Mercury, che sta esaminando la propria ferita al braccio. Non è proprio una ferita e non è ruggine come sembra: il suo corpo è di mercurio non tossico. Ma il danno è comunque reale e ben visibile.

-Mi dispiace di averti ferita – si scusa Sooraya – Non mi ero resa conto che fossi...

-Viva?

-Non volevo dirlo in questi termini, ma sì. Suppongo che in questa scuola poche cose siano come sembrano.

-Già...e poi io e l’elettricità non andiamo troppo d’accordo. Posso...posso farti una domanda? Potrebbe suonare poco...appropriata, forse, ma...

-Dato che tu hai scusato la mia mancanza di tatto, penso di poter fare lo stesso.

-Perché non ti togli il velo? Con i tuoi poteri, non credo che qualcuno possa obbligarti ad indossarlo.

-Scommetto che anche lei non sembra umana – interviene Rockslide, ancora con un buco in mezzo al petto. Per essere un gigante di pietra, sembra avere la capacità di introdursi inaspettatamente nei momenti meno opportuni.

-Che c’è, sei troppo timida per farti vedere insieme ai mostri?

-Santo!!! – lo sgrida Mercury.

-Che ho detto? Mica c’è niente di male ad essere un mostro – alza le spalle Rockslide.

-Ma sembra che in questo paese ci sia qualcosa di male ad essere mussulmana – taglia corto Dust, trasformandosi un una nuvola di sabbia per uscire dalla stanza.

-Gran bel lavoro, Santo, complimenti – commenta Mercury, andandosene arrabbiata.

-Potreste almeno essere contente di poter saltare una lezione! Ah, ragazze. Valle a capire...

 

Alcune ore dopo, nello studio di Jamie Madrox

Un Madrox appoggia i piedi sulla scrivania, mentre Guido cerca di sedersi su una poltrona ridicolmente stretta per un uomo della sua stazza. Theresa picchietta nervosamente un dito contro la finestra. La noia è palpabile, finché Theresa non si convince a rompere il ghiaccio:

-Ma che ci facciamo qui?

-Jamie ci voleva vedere. Chissà dov’è finito...cioè, dov’è finito l’altro – risponde Guido.

-No, intendevo alla scuola. Con i milioni di mutanti là fuori, che differenza fa se qualche dozzina di loro prende un diploma qui? Anche i ragazzi sembrano avere tutt’altro per la testa.

-Non so voi, ma io mi sono già rotto le scatole della Classe Alfa – cambia argomento Guido.

-Stai scherzando, vero? Hanno i voti migliori di tutto l’istituto! – controbatte Theresa.

-Sfido: Prodigy conosce automaticamente tutte le risposte che sappiamo anche noi, Kid Omega è un telepate...ed anche piuttosto potente, secondo il Professore – interviene Madrox.

-Quel ragazzino mi dà i brividi – annuisce Guido.

-E poi ho il sospetto che Blinfold abbia predetto il testo del prossimo esame. Diciamoci la verità, i ragazzi hanno capito che non abbiamo idea di cosa stiamo facendo. Dove diavolo è finito Jamie?

-Scusate il ritardo – dice Jamie Madrox alias l’Uomo Multiplo mentre entra nel proprio ufficio premendo un pulsante su di un piccolo telecomando – Abbiamo un problema serio.

Un proiettore olografico nascosto genera l’immagine di Hank McCoy, alias la Bestia, proprio sopra la scrivania.

-Saluti da Genosha, signori e signora. Avrei voluto partecipare di persona, ma sono così impegnato ultimamente che muovermi di qui è assolutamente fuori questione.

-Aiutaci Obi Wan, sei la nostra unica speranza – interviene Forzuto.

Silenzio.

-Oh andiamo, non posso essere stato l’unico a pensarci! – sottolinea l’energumeno, indicando il piccolo ologramma blu sulla scrivania.

-La questione è seria, Guido. Riguarda Amadeus – lo redarguisce Jamie, facendo capire che sia una faccenda davvero seria.

-Temo proprio che uno dei vostri studenti non sia un mutante, signori.

 

Gli insegnanti si scambiano occhiate perplesse, ed è Madrox ad esprimere i dubbi di tutti e tre (quattro contando il doppione).

-Com’è che questa informazione salta fuori solo oggi? E’ alla Scuola da due settimane, e solo ora vi siete presi la briga di verificare?

-Un secondo, cosa vuol dire che non è un mutante? A me sembra ancora intelligente – insiste Guido.

-E’ molto di più che intelligente, signor Carosella, secondo le mie stime è la settima persona più intelligente del pianeta. E’ con immenso cordoglio, in effetti, che devo ammettere sia anche più intelligente di me. E dato che Amadeus non ha dimostrato un’intelligenza particolarmente fuori dalla norma prima dei quattordici anni, abbiamo tutti pensato che fosse il suo super-potere.

-Ancora non capisco perché dici che non è un mutante – insiste uno dei Madrox – Ti avevo chiesto di fare analisi genetiche e verificare con Cerebro, ed era stato confermata la presenza del gene mutante.

-Questo finché il giovane David Alleyne alias Prodigy non ha colto dalla sua mente le conoscenze per alterare certi marcatori genetici, ed una particolare frequenza in grado di ingannare Cerebro. Ho ricontrollato i test tenendo conto di queste possibilità, e chiesto ad Jean di fare un altro tentativo con Cerebro. Non ci sono dubbi: geneticamente parlando, Amadeus è un Homo Sapiens Sapiens perfettamente normale.

-Pensi che ci sia dietro uno dei nostri nemici? Per infiltrare una spia e distruggerci dall’interno? – suggerisce Theresa.

-Jean non ha rilevato nessun desiderio di farci del male o di sabotarci, quindi a meno che Amadeus non abbia costruito anche un dispositivo capace di ingannare un telepate...non credo. Ma onestamente, non posso escludere che l’abbia fatto davvero: lasciatemi sottolineare che viviamo in un mondo pieno di scienziati pazzi ed inventori di macchine del tempo, e quel ragazzo a quindici anni è già la settima persona più intelligente. Potrebbe diventare il prossimo Reed Richards o conquistare il mondo prima di diventare maggiorenne.

-Non sto dicendo che dovremmo sbattergli la porta in faccia, Hank, ma questo non è il suo posto - interviene Madrox.

-E quindi gli sbattiamo la porta in faccia – controbatte Guido.

Jamie scuote la testa: preferirebbe mille volte avere a che fare con Apocalisse che con questa conversazione.

-Siamo qui per educare la prossima generazione di mutanti, non per fare da tutori al primo ragazzo prodigio che passa. Se vuole una lettera di raccomandazione per un qualsiasi altro istituto sarò felice di firmargliela.

-Credevo che fossimo qui per aiutare degli adolescenti con capacità superiori a quelle dei normali esseri umani a realizzare il proprio potenziale. E se non fosse per uno stupido test genetico, non ci penseresti due secondi ad aiutarlo.

-Dobbiamo anche considerare il fatto che il ragazzo ha mentito – aggiunge Theresa – Prima di giudicarlo, dovremmo almeno chiedergli perché l’ha fatto.

 

Central Park

James Madrox osserva attentamente la ragazzina che si è appena seduta di fianco a lui. Sembrerebbe non avere una preoccupazione al mondo: osserva il parco a testa in giù, i piedi appoggiati sullo schienale, ma i suoi discorsi non sembrano quelli di una tredicenne.

-Hai presente “Dio non gioca a dadi”, giusto? Anche Einstein poteva prendere delle belle cantonate. Sembra che Niels Bohr gli abbia risposto “Albert, smettila di dire a Dio cosa deve fare”. E poi la dose fu rincarata da Feynman che aggiunse: "Dio non solo gioca a dadi con l’universo, ma li getta anche dove non li possiamo vedere". Però vedi, Madrox, anche se l’universo è basato quasi esclusivamente sulle probabilità, forse Einsten aveva comunque ragione. Se Dio lancia i dadi ma conosce già che cosa uscirà, non sta veramente giocando, no?

-Vorrei tanto sapere perché hai scelto proprio me per dispensare queste perle di saggezza.

-Perché neanche a me piace giocare. Il battito di ali di una farfalla può cambiare il mondo. Ed io ci vivo, tra quelle ali. No, non ho assolutamente tempo per mettermi a giocare adesso. Secondo me dovresti rispondere.

-A quale domanda?

-Al telefono. Se Marvin ti telefona a quest’ora, avrà dei buoni motivi.

-Io non conosco nessun...

Il cellulare di Madrox vibra proprio in quel momento. Senza togliere lo sguardo dalla ragazzina che si è appena messa in bocca una gomma da masticare, risponde.

-Pronto. Sì, sono io. Non dovresti chiamarmi direttamente, è un rischio per...d’accordo. Sì, sono nella zona. Arrivo subito.

Madrox ripone il cellulare nella giacca, ed il suo sguardo severo si posa su quello di Layla Miller.

-D’accordo, basta giocare adesso. Come diavolo facevi a saperlo?

-Ti ho detto che io non gioco – risponde Layla – Ma se ti interessa saperlo, tu sei già nella partita di qualcun altro. Ed io conosco il risultato.

 

Xavier Institute for Higher Learning

Quando Amadeus Cho entra nell’ufficio del professor Madrox sa di essere nei guai. In piedi di fianco alla scrivania ci sono Forzuto e Siryn; quando Amadeus si siede, si accorge di essere accerchiato dagli altri sei Madrox che compongono il resto del corpo insegnante.

Tecnicamente sono tutti “professore”, condividendo le esperienze di tutti gli altri doppi che si sono laureati nelle discipline più disparate prima di essere reintegrati nell’originale; a scanso di equivoci, l’unico a farsi chiamare Professore è l’originale.

-Dubito vogliate sapere a che punto sono le riparazioni, vero?

-Sappiamo tutto, Amadeus – taglia corto Siryn – Sappiamo che non sei un mutante e che ci hai ingannato deliberatamente. Vogliamo solo sapere il perché.

-Forse perché sapevo che si sarebbe arrivati a questo – risponde il ragazzo, fissando Madrox negli occhi – Mi avreste fatto anche solo entrare, se vi avessi detto che non sono un mutante?

Gli insegnanti si scambiano una serie di occhiate confuse.

-Non è questo il punto – sottolinea il Professore – Sapevi che ti avremmo scoperto, prima o poi. Sei arrogante, ma non stupido.

-Si ricorda cosa le ho detto quando ci siamo conosciuti? I miei genitori sono stati uccisi dai marziani durante la Guerra dei Mondi, ed io non ho potuto fare niente per salvarli. Se all’epoca avessi avuto le capacità che ho ora...

-Aspetta, quali capacità? Credevo non avessi poteri mutanti – chiede Forzuto.

-Potrei costruire un acceleratore di particelle con una radio ed un forno a microonde, signor Carosella. Senza aver mai aperto un libro d’ingegneria. Non sono diverso dai miei compagni di classe: sono capace di fare cose che terrorizzerebbero una persona normale, e voglio imparare come usare il mio dono per il bene dell’umanità.

-Allora hai scelto il posto sbagliato – risponde Siryn – Ci devono essere altre scuole migliori per...

-Me ne citi una. Questa è l’unica scuola per super-eroi sul pianeta.

-Quello che il professor Madrox vuol dire è che questo non è il posto giusto per un normale umano.

-A dire la verità, Theresa, non è per niente quello che volevo dire. Mi hai mentito, Amadeus...quando mi hai detto di essere un mutante, mi hai guardato negli occhi e mi hai mentito.

-Ed è per questo che mi state sbattendo fuori? Il fatto che non sia un mutante è solo un dettaglio? Se non fosse stato per quegli stupidi test, adesso vi stareste congratulando con me per aver riparato la Stanza del Pericolo.

-Amadeus – interviene Forzuto – Riflettici un po’. Cosa credi che accadrebbe se lasciassimo entrare delle persone normali nell’istituto?

-Che questa è veramente una “scuola per giovani dotati”, e non un rifugio dove rannicchiarsi sperando che il resto del mondo vi ignori –  risponde con rabbia il ragazzo, alzandosi in piedi e puntando il dito contro Madrox.

-Dovreste vergognarvi. Con che diritto potete dire che non sono uno di voi? Non avete niente in comune l’uno con l’altro, non avete nemmeno gli stessi poteri: l’unica cosa che vi accumuna è essere diversi dagli altri umani. Tutte quelle belle parole sull’integrazione non vogliono dire niente di fronte a degli stupidi test genetici, vero? Dovreste mettere una bella targa all’ingresso, “Tutti i mutanti sono stati creati uguali”; perché dovreste interessarvi a chi non è un mutante?

Mentre Amadeus cammina con rabbia verso l’uscita, gli insegnanti pensano a come replicare...ma è fin troppo evidente che il ragazzo non li ascolterebbe.

-Oh, e un’ultima cosa – aggiunge Amadeus, sulla soglia dell’ufficio – Non pensate neanche di far passare la cosa sotto silenzio. Ho chiesto a Kid Omega di far ascoltare telepaticamente la nostra conversazione a tutti gli alunni. Almeno impareranno qualcosa, in questa scuola.

Amadeus esce dalla stanza, sbattendo la porta.

Tra gli insegnanti c’è solo il silenzio, finché uno dei duplicati di Madrox non si decide a rompere il ghiaccio.

-Questo vuol dire che per oggi possiamo sospendere le lezioni?

 

Amadeus cammina con passi lunghi e rabbiosi verso l’uscita, mentre i corridoi si riempiono di studenti e di dicerie.

Hai sentito che non è un mutante? Poveraccio. Chissà cosa voleva fare. Scommetto che l’hanno mandato gli Amici dell’Umanità. Che sfigato. Dovremmo provare a fermarlo? Forse gli X-Men dovrebbero arrestarlo. E pensare che sembrava in gamba.

Nel cortile della scuola, Amadeus riesce finalmente a non sentire più le dicerie ed i velati insulti. La sua mente è in fibrillazione: adesso cosa farà? E’ questione di tempo prima che lo sbattano fuori, e non ha nessun posto dove andare.

Qualcuno lo afferra per una spalla, sbattendolo contro il muro. Wither si toglie uno dei guanti di pelle sintetica, avvicinando il palmo della mano alla faccia di Amadeus.

-Posso ridurti in cenere toccandoti con un dito. Se sei una spia o una specie di infiltrato, ti conviene confessarlo adesso.

-Se lo fossi, questo sarebbe il modo peggiore per farmi confessare – risponde confuso Amadeus, fissando con visibile preoccupazione il ragazzo dal tocco mortale.

-Okay. Se tu fossi una spia, ti saresti inventato una scusa migliore – realizza Wither, rimettendosi il guanto.

Amadeus tira un sospiro di sollievo, asciugandosi il sudore dalla fronte.

-Wow...Ford, amico, saresti il peggior agente segreto della storia – scherza Amadeus, prima di essere colpito da un pugno nello stomaco.

Cadendo in ginocchio per il dolore, replica al compagno di classe:

-Hey, ti ho detto che non sono una spia!

-Lo so. Questo era perché sei un presuntuoso arrogante bastardo che pensa solo a se stesso. Come ti permetti di entrare in questa scuola e pretendere di essere ammesso anche se non sei un mutante? Hai idea di cosa hanno passato alcuni degli altri, pur di entrare qui dentro? Sai quanti sarebbero contenti di poter scegliere un’altra scuola?

-E sarei io quello che pensa solo a se stesso? Se avessi un potere pericoloso come il tuo, vorresti che io restassi nella scuola.

-Te la stai proprio cercando, Cho – risponde Wither preparandosi a dare un altro pugno ad Amadeus.

Una nebbia bianca comparsa all’improvviso lo disorienta, e Cloud-9 raggiunge entrambi di corsa.

-Non litigate! Per favore!

I due ragazzi si lanciano un’occhiata come per dire “tregua”, e la ragazza si avvicina ad Amadeus parlando a raffica.

-Oddio sai che disastro hai combinato sono tutti arrabbiati e Noriko è tipo adesso lo fulmino vivo e credo che il professor Madrox sia ancora arrabbiato per la Stanza del Pericolo...

-Wow, non ricordo di aver mai sentito qualcuno parlare così tanto senza prender fiato – commenta Wither.

-Se riesce a respirare ad alta quota, probabilmente il suo sangue ha meno bisogno di essere ossigenato rispetto ad una persona normale – riflette Amadeus.

-Nerd. Quindi, cosa hai intenzione di fare?

-Miss Cassidy ti sta cercando, andrà su tutte le furie se non rientri subito – lo informa Cloud-9.

-Ma davvero... – sorride Amadeus.

 

Theresa Rourke Cassidy esce dalla Scuola, lasciandosi alle spalle il vociare confuso degli studenti ancora più arrabbiati e delusi di lei. Che faccia tutto parte di un qualche piano per instillare sospetti e paranoia nella comunità mutante? Theresa ha conosciuto umani disposti a cose molto più basse dello sfruttare la buona fede dei mutanti, quindi non sarebbe minimamente sorpresa.

Sotto i suoi occhi, una nuvola generata da Cloud-9 si solleva rapidamente da terra.

-Grande. “Sarà un gioco da ragazzi per te, Theresa, ci hai sempre saputo fare con i giovani”. Quand’è che la smetterò di darti retta, papà?

Theresa inizia ad urlare, anche se una frazione microscopica della sua voce può essere ascoltata dall’udito umano. Supera gli ultrasuoni, generando onde sonore sufficientemente potenti da sconfiggere la gravità, e Siryn si alza in volo.

Cloud-9 è già quasi all’orizzonte. Deve dare credito alla ragazza, sa gestire il proprio potere molto meglio di quanto pensi. Siryn deve spingere al massimo le proprie corde vocali per tenerle testa.

La nuvola cambia rapidamente quota, salendo verso uno strato dell’atmosfera dove l’aria è più rarefatta...e dove le onde sonore non si propagano così facilmente come prima.

Siryn si ferma a mezz’aria, costretta a veder svanire rapidamente Cloud-9. Si lascia cadere, rimpiangendo di non aver indossato il costume che le avrebbe permesso di planare molto più facilmente. Atterra a Stamford, a più di trenta chilometri dalla Scuola. Le fanno male le corde vocali; era da parecchio che non volava a questa velocità.

In questa zona del Paese, la gente non è abituata a vedere una donna scendere da cielo in quel modo. I passanti la guardano con sospetto, e solo un uomo di colore che indossa una giacca bianca si avvicina a lei.

-Mi scusi, lei è una mutante, vero?

-E anche se fosse? – risponde Theresa, sulla difensiva.

-Non deve preoccuparsi. Sono anch’io un mutante, ed ho bisogno del suo aiuto.

 

Central Park

La nuvola di Cloud-9 atterra tra gli alberi, svanendo al comando mentale della ragazza. Nessuno sembra essersi accorto dell’atterraggio, ma essendo questa New York il loro arrivo non avrebbe comunque destato scalpore.

-Oddio non riesco a credere che l’abbiamo veramente fatto – commenta la ragazza mordendosi un labbro.

-In effetti, ora che mi ci fai pensare, perché siamo venuti qui? – si domanda Amadeus.

-Sei tu il genio – alza le spalle Wither.

-Qualcosa non quadra: sono saltato sulla nuvola senza neanche pensarci. In effetti, non ho pensato a niente durante tutto il viaggio! Ed è parecchio strano che Cloud-9 abbia agito così d’impulso...senza offesa.

-Ragazzi, mi dispiace; non so a cosa stavo pensando.

-Non è colpa tua: credo che qualcuno ci abbia ordinato mentalmente di scappare dalla scuola ed arrivare qui.

-E da cosa l’avresti dedotto, Sherlock? – domanda Wither.

-Siamo X-Men: è davvero così strano sospettare il coinvolgimento di un telepate?

-Noi siamo X-Men, tu sei solo un tizio che stiamo per buttare fuori. Cloud-9, sarà il caso di tornare a...Cloud-9? Abby?

Wither schiocca le dita di fronte agli occhi della ragazza, che resta immobile con lo sguardo perso nel vuoto. Tre persone si stanno avvicinando, ed i ragazzi ne riconoscono uno solo: Madrox.

-Wow, è stato veloce a beccarci.

Madrox sta parlando con un uomo con la barba, che indossa un impermeabile ed occhiali da sole. Dietro di loro, una ragazzina bionda fa esplodere un palloncino di chewing-gum e torna a masticare.

-Ottimo lavoro, Mentallo: potrebbero tornare molto utili. Neutralizzali, prima che possano avvertire qualcuno alla Scuola.

-Chiamami Marvin Flumm, per favore. I miei giorni da super-criminale sono finiti...ora infrango la legge solo in nome della sicurezza nazionale.

Wither si toglie un guanto e cerca di toccare uno degli alberi, nel tentativo di attirare l’attenzione disintegrandolo...ma non ci riesce, perché una densa nuvola bianca lo avvolge e gli impedisce di muoversi.

-Ripensandoci, forse c’entra davvero un telepate.

-Grazie, Watson – risponde sarcastico Amadeus, prima che una nebbia bianca gli impedisca di dire altro.

 

Stamford, Connecticut

Siryn osserva con attenzione l’uomo di colore vestito di bianco si avvicina. Non l’ha mai visto prima d’ora, ma c’è qualcosa di familiare in lui...qualcosa che le intima di stargli alla larga.

-Un mutante? E quale sarebbe il suo potere?

-Mi serve un altro po’ per scoprirlo – risponde l’uomo, che estrae un coltello da cucina. Ha gli occhi spalancati e si lecca le labbra aggiungendo – Sì, comincio a sentirlo. E’ una sensazione meravigliosa.

-Mettilo giù, per favore. Ho avuto una pessima giornata e non voglio farti del male, quindi perché non ti calmi e ti lasci aiutare?

-Tu non capisci. Ne ho bisogno per essere completo...è questo quello che devo fare. Essere il predatore.

-Okay, l’hai voluto tu – risponde Siryn, prendendo fiato per emettere un urlo sonico abbastanza potente da scaraventarlo dall’altro lato della strada...ma non ci riesce: l’aria esce dalle sue corde vocali, ma non produce nessun suono.

Siryn si chiede ad alta voce che cosa stia succedendo, ma non sente le proprie parole. Non sente più niente, nemmeno le macchine o le persone che stanno chiamando aiuto.

-Negazione del suono. Meraviglioso – “dice” lo sconosciuto, anche se non emette nessun suono. Carica verso di lei brandendo il coltello, ma Siryn si scansa all’ultimo minuto e gli afferra il braccio. Riesce a disarmarlo con un gesto rapido, ed il coltello cade a terra insieme ad un paio di gocce di sangue.

L’assalitore si porta la mano al taglio che si è procurato da solo, mentre Siryn lo colpisce con un calcio in mezzo alle gambe. Lui non fa una piega: all’ultimo secondo il suo corpo si è tramutato in titanio, e Siryn si è quasi rotta il piede.

Senza perdersi d’animo, lei cerca di colpirlo nuovamente. L’assalitore si teleporta alle sue spalle, afferrandola per i capelli e facendola cadere a terra. Lei cerca di liberarsi, ma in questa forma lui è molto più forte di un normale essere umano.

L’ultima cosa che Siryn riesce a fare è premere un pulsante nascosto nella collana, prima di essere colpita da un pugno di titanio.

 

Xavier Institute for Higher Learning

Noriko Ashida indossa i guanti metallici, regolando la sicura con un cacciavite. Sooraya, la sua nuova compagna di stanza, sta osservando l’operazione con estremo interesse; per la prima volta da quando è arrivata in America, il suo volto è completamente scoperto.

-E devi indossarli tutto il giorno?

-Cerco di toglierli il meno possibile.

-Sembrano molto...scomodi – nota Sooraya, esitando sull’aggettivo giusto.

-Ne farei volentieri a meno, ma il mio è un potere molto pericoloso e non posso controllarlo completamente. Ma se potessi scegliere, me li toglierei subito.

Sooraya non risponde, lasciandosi sfuggire un piccolo urlo di spavento quando la testa di una ragazza passa attraverso la porta.

-Hey Nori, hai sentito? – chiede la ragazza intangibile con il volto pieno di quelli che sembrano tatuaggi.

-Non voglio parlare di Amadeus, Loa.

-No no, non quello! Wind Dancer ha ascoltato una conversazione tra due Madrox, sembra che miss Cassidy abbia mandato un segnale d’emergenza! Il Blackbird dovrebbe decollare da un minuto all’altro, vuoi venire a vedere il lancio? Puoi venire anche tu, Dust!

-Sembra interessante. Potresti bussare la prossima volta, prima di passare attraverso la porta? – chiede Sooraya, indossando il velo.

-Okay! Però alle cose strane dovrai farci l’abitudine! – risponde Loa, uscendo dalla porta...che si sgretola immediatamente dopo, sbriciolandosi sul pavimento.

-Sembra che la preoccupazione per l’uso distruttivo dei propri poteri non sia comune a tutti gli studenti della scuola – commenta Sooraya.

 

Rockslide, Mercury e Satiro arrivano nel cortile della scuola giusto in tempo per osservare l’avanzatissimo velivolo alzarsi in volo e sfrecciare verso l’orizzonte.

-Ah, cacchio! Speravo di poter saltare a bordo all’ultimo minuto! – si lamenta Rockslide.

-Se proprio vuoi, posso trasportare tutti in una bolla telecinetica e seguirli – suggerisce Satiro.

-Credo che per oggi ci siano stati abbastanza colpi di testa, meglio dar retta al professore una volta tanto – interviene Mercury – Non avrei mai detto che Cloud-9 o Wither avrebbero fatto una stupidaggine simile. Me lo sarei aspettata più da voi due.

-Forse sono in missione segreta per conto di Ciclope o una cosa così! Magari non sono scappati, è solo una copertura! – suggerisce Rockslide.

-Quei due hanno i poteri più inutili della Scuola, al massimo gli servirebbero come ostaggi. Hey, Kid Omega!

Satiro si avvicina al telepate; Rockslide e Mercury si danno da fare per sembrare impegnati in un’altra conversazione pur di non parlargli.

-Julian. No, non ho letto la mente dei tuoi compagni di classe prima che scappassero...sai bene che ho promesso di non leggere il pensiero degli altri studenti senza aver prima chiesto il permesso.

-Allora come facevi a sapere cosa ti avrei chiesto?

Kid Omega sorride, lo stesso sorriso che mette i brividi ai pochi studenti che gli si avvicinano. Nel caso di Satiro, l’effetto è peggiore: è completamente immobilizzato.

-Perché sei un idiota, Julian, così come tutti gli altri in questa scuola che non hanno ancora capito che sono qui per tenervi d’occhio. Per un telepate di classe omega come me è stato uno scherzo ordinare a quei tre di volare dritti nella trappola dei Guardiani...l’unico svantaggio è non potermene vantare con nessuno. Ma visto che posso rivoltare la tua mente come mi pare e piace non è davvero un problema, giusto?

-Ha ha! Sei una sagoma, Kid, come al solito – risponde Satiro, dando una pacca sulle spalle del telepate ed allontanandosi come se nulla fosse, senza ricordare una sola parola di ciò che ha sentito.

Kid Omega sorride, tornando all’interno dell’istituto.

-Eh. Di questo passo, l’intera Scuola sarà sotto il mio controllo prima della fine del trimestre. Chi ha detto che studiare non prepara ad affrontare il resto del mondo?

 

 

CONTINUA!